lunedì 7 dicembre 2009

la ragnatela














Ho sempre immaginato l’inchiostro come il filo di una ragnatela e il pennino come il ragno; la mia fantasia ha partorito mostri, storie di follia e disperazione, violenza e martirio, ma ora le macchie d’inchiostro nel mio cervello non riescono ad organizzarsi in alcunché.
Queste storie mi mangiano come un tumore, hanno una vita propria e si sono stanziate nella mia mente.
A lungo mi sono preso per una creatura di un mondo parallelo caduto per sbaglio qui, una specie di freak che vedeva, sentiva, capiva cose che agli altri erano trasparenti o impercettibili.
Che sia una sorta di inviato mandato in esplorazione in un mondo di ottusangoli per conto di un’intelligenza superiore? Questa è una grossa macchia d’inchiostro nel mio cervello, di quelle che invadono a poco a poco tutti i miei tessuti.
Mi nutro delle vite altrui, dei personaggi della mia fantasia e delle persone che incontro: le studio in modo minuzioso come fossero tante cavie. Seguo i loro percorsi e i loro umori. A volte non si accorgono di me, sono invisibile. Tento di costruire una rete impercettibile in cui talvolta inciampano e lasciano traccia del loro passaggio.
Piccoli insetti insensati…